Malagò Airways, i cori e il "daje" del presidente del Coni sul charter diretto verso il dramma di Budapest
“Una cosa ve la voglio dire. Innanzitutto l’equipaggio è tutto romanista”. A parlare ai passeggeri è il presidente del Coni. Pochi minuti alle 16 di mercoledì. Il dramma giallorosso si deve ancora compiere. E allora eccolo Giovanni Malagò, in piedi di fronte alla cabina di pilotaggio del charter che ha organizzato per portare a Budapest amici e politici per la finale di Europa League. Subito giù cori come quando in campo c’era Francesco Totti: “Un capitano, c’è solo un capitano”. Quindi di nuovo parola al numero uno dello Sport italiano: “Ci sono 144 posti. Se avessimo avuto un aereo da 14.400 posti, dalle richieste che abbiamo avuto vi garantisco che l’avremmo riempito. Daje Roma”. E quindi, di rimando, un "dajeee” generale. A urlarlo a squarciagola sono stati i clienti del charter organizzato targato Malagò Airways, un aereo Ita che (con 12 minuti rispetto al previsto) mercoledì pomeriggio ha portato nella capitale ungherese un discreto manipolo di tifosi vip. A guidarlo, due sottosegretari del governo Meloni come Claudio Durigon e Federico Freni. Con loro anche il consigliere regionale Luciano Nobili, turborenziano con la Roma nel cuore. La trasferta, comoda se confrontate al pazzo esodo degli altri tifosi romanisti, aveva il suo prezzo: circa 700 euro per il volo, più il costo dei biglietti. Ticket di cui Malagò ha acquistato un intero pacchetto per i passeggeri del suo charter, partiti pieni di speranze e tornati a testa bassa. Proprio come chi ha viaggiato in auto, in treno o su aerei di linea in grado di accumulare anche 8 ore di ritardo. (lorenzo d'albergo)